La Realtà Virtuale come Futuro
Parlare oggi di Realtà Virtuale sembra ormai qualcosa di consolidato e ben presente nelle nostre vite, già, perché la prima cosa che ci viene in mente quando parliamo di VR (Virtual Reality) è la presenza di questi “caschi” o “visori” più o meno belli, che indossiamo e che magicamente ci portano nel regno fatato, vero?
Facciamo un balzo indietro nel tempo, dove la parola “realtà virtuale” inizia a farsi largo in molti, differenti, settori.
Non sappiamo esattamente a chi attribuire il primato di aver definito e parlato di VR.
Sappiamo che un primo concetto di Realtà Virtuale lo troviamo intorno al 1935, quando venne pubblicato un racconto intitolato “The Pygmalion’s Spectales” in cui si faceva riferimento a visori in grado di stimolare i nostri sensi attraverso registrazioni olografiche.
Oppure nel 1962 quando Morton Heilig costruì “Sensorama”, iniziando a portare il concetto di nuova esperienza cinematografica, per poter coinvolgere gli spettatori con tutti i loro sensi.
Fu però nel 1989 che Jaron Lanier creò il termine “Virtual Reality”, fondando la prima società di ricerca sulla realtà virtuale, chiamata VPL Research.

Quindi cosa vuole fare precisamente la Realtà Virtuale?
Emulare, quindi copiare la nostra realtà nella maniera migliore possibile, facendoci interagire con ambienti reali fedelmente riprodotti o luoghi totalmente immaginari, inaccessibili nel nostro mondo, portandoci di fatto nel centro dell’azione.
Indossare un Visore per la Realtà Virtuale quindi ci permette di compiere gesti straordinari, restando in un unico ambiente, che potrebbe tranquillamente essere il nostro salotto di casa.
Quasi tutti i settori dell’intrattenimento ormai fanno utilizzo della Realtà Virtuale, portando l’interazione tra utente e servizio ad un livello mai raggiunto prima.
Basti pensare ad un videogiocatore, che ora può interagire con l’ambiente videoludico come se fosse proprio al centro del gioco.
Giochi d’avventura o giochi sportivi, come ad esempio un simulatore di calcio.
Cosa si proverebbe a calciare il rigore nello stadio dei tuoi sogni, non più tenendo in mano un controller intenti a guardare la televisione ma diventando tu stesso un calciatore. Emulando perfettamente sensazioni, tifo, le immagini e l’ambiente circostante.
Possiamo applicare la VR in tutti gli altri settori, come i film.
Immaginate il colossal Titanic girato per essere fruito in VR, dando allo spettatore la possibilità di controllare il tutto attraverso gli occhi di Jack oppure attraverso quelli di Rose.
La Realtà Virtuale trova però spazio ultimamente in psicoterapia ed in tutti gli altri campi di medicina, mostrando la sua potenza effettiva non solo su un mondo prettamente basato sull’intrattenimento ma anche per poter essere d’aiuto in molti altri casi decisamente meno commerciali.

Pensiamo anche all’utilizzo di questa tecnologia in operazioni chirurgiche, in grado di far operare il medico a chilometri di distanza dal paziente.
Esistono diversi tipi di Realtà Virtuale, quella Immersiva e quella Non Immersiva.
- Una realtà virtuale immersiva farà uso di determinati accessori aggiuntivi e tecnologie migliori per rendere tutto quanto più reale possibile, portando il soggetto ad estraniarsi completamente dal mondo reale circostante, con i suoi vantaggi e svantaggi ovviamente.
- Una realtà virtuale non immersiva è meno “impegnativa” per l’utente, in quanto sarà un monitor oppure un accessorio semplice a mostrare un mondo tridimensionale, dove l’interazione con l’utente sarà più limitata.
Pensiamo ad esempio a quei visori in cui inserire lo smartphone, questi sono VR non immersivi.